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“Maps to the Stars”: i mostri di Hollywood secondo Cronenberg

maps_to_the_stardi Marco Chiappetta

TRAMA: Agatha Weiss (Mia Wasikowska), ragazzina bizzarra e sfigurata a causa di un incendio, arriva a Hollywood col sogno del cinema: conosce e frequenta l’autista di limousine aspirante attore Jerome Fontana (Robert Pattinson), diventa l’assistente di Havana Segrand (Julianne Moore), diva sul viale del tramonto e ossessionata dall’eredità artistica della madre, e riprende i contatti con la sua disfunzionale famiglia, formata dal padre Stafford (John Cusack), psicoterapeuta e guru new age, la madre Christina (Olivia Williams), agente, e il fratello tredicenne Benjie (Evan Bird), baby star appena disintossicata dalle droghe e di nuovo piombata nella dissoluzione.
GIUDIZIO: Cinico fino all’amorale, dissacrante fino al cattivo gusto, agghiacciante e disturbante, il nuovo film di David Cronenberg è una satira estrema del mondo di Hollywood, dipinto all’insegna dell’eccesso nelle sue mostruosità, ipocrisie, cattiverie, follie, perversioni. Stilisticamente semplice, quasi essenziale, quanto più complesso e ricco sul piano della sceneggiatura (scritta da Bruce Wagner), il film non aggiunge nulla di nuovo alla filmografia del regista, né a quanto già si sa e si suppone del mondo dorato e meschino delle star, dell’inferno e dei demoni di Hollywood, già raccontatoci al cinema (Billy Wilder, Robert Altman, Paul Thomas Anderson, David Lynch) e in letteratura (Bret Easton Ellis). Ma l’occhio di Cronenberg è lucido, secco, disumano e aggiunge al disegno dei personaggi, un lato oscuro, depravato, torbido, un contorno disturbante di visioni, incubi, apparizioni, fantasmi, desideri e crudeltà inaudite, dualismi e opposti (vita e morte, acqua e fuoco, genitori e figli), con un’attenzione alla psicanalisi e al subconscio che è arte sua. C’è di tutto: violenza su animali e bambini, violenza verbale o fisica, umorismo nero su morti e malati, incesti veri o sognati, organi sessuali e bisogni fisiologici in bella vista, gelosie filiali, avatar del passato e dell’aldilà, odio e rabbia, tutto accade tra i personaggi con una naturalezza spiazzante. Rovesciando la morale, osando a mostrare ogni indecenza, scivolando talvolta nel trash e nel pulp gratuito, Cronenberg ha realizzato un film imperfetto e per certi versi discutibile, ma appassionante, macabramente divertente, a suo modo unico.
VOTO: 3/5