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Festival del Giornalismo Giovane 2013, la seconda edizione guarda all’Europa tra workshop e dibattiti

IMG_6874di Francesco Cannone

Si è conclusa ieri la seconda edizione del Festival del Giornalismo Giovane, tornato, dopo un anno, al Palazzo delle Arti di Napoli. Tre giorni di dibattiti e workshop sul giornalismo d’oggi e sull’accesso alla professione, con l’intento di restituire ai partecipanti (perlopiù under 35 che lavorano o aspirano a lavorare nel giornalismo) non solo un’analisi delle problematiche ma anche ricchezza di idee e visioni sulle possibilità dei nostri tempi. A partire dall’incontro con i direttori di alcuni tra i migliori esempi di nuovi modelli di giornalismo, fondati su innovazione ed auto-imprenditorialità: Fanpage, Squer.it, Investigative Reporting Project Italy.

E se la prima edizione aveva principalmente fatto luce sui percorsi da intraprendere per poter diventare giornalista in Italia, quella di quest’anno si è focalizzata sulle opportunità europee, che nascono dal poter raccontare l’Europa in Italia, lavorare in un altro Paese dell’UE o nella stessa UE. E per lavorare nell’Unione – spiegano Ewelina Lucà ed Andrea Maresi, rappresentanti in Italia rispettivamente della Commissione Europea e del Parlamento Europeo – le strade principali sono due: l’unico modo per entrare a lavorare in maniera stabile nelle istituzioni UE è vincere un concorso EPSO, altrimenti ci sono i tirocini, retribuiti e non. Fondamentale è tenere sotto controllo i siti internet, strumento cardine per venire a conoscenza dei bandi. Può aiutare anche il portale Eures della mobilità professionale, che associa persone in cerca di lavoro a datori di lavoro. E la dimensione europea, inoltre, può essere utile anche per formarsi: la Lucà ricorda dei programmi Erasmus Mundus ed Erasmus per giovani imprenditori, così come del soggetto privato European Journalism Centre e dei siti per informarsi e aggiornarsi www.europa.eu/rapid, www.eu4journalists.eu, www.ejcseminars.eul.

Festival del Giornalismo Giovane 2013

Festival del Giornalismo Giovane 2013

L’Italia, invece, torna protagonista nella sessione conclusiva del Festival, preceduta da un panel dedicato alle particolari difficoltà delle donne nell’accesso ed esercizio della professione. A fare il punto sui prossimi scenari di evoluzione per il settore è presente anche il Sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini, oltre al presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino e al presidente della Federazione Nazionale della Stampa (il sindacato dei giornalisti, ndr) Giovanni Rossi. C’è, però, un grande ed iper-criticato assente: la Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali). Gli editori sono responsabili dei ritardi nell’attuazione della legge sull’equo compenso (31/12/2012, n. 233), finalizzata a garantire ai giornalisti iscritti all’albo professionale la corresponsione di una remunerazione proporzionata  alla  quantità  e alla qualità del lavoro svolto. “Gli editori – commenta Iacopino – fanno melina, fanno di tutto perché non vogliono questa norma. Dobbiamo colpire gli editori”. La legge sull’equo compenso, infatti, prevedeva che, presso il  Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, venisse istituita la Commissione (composta da istituzioni e parti sociali e presieduta dal Sottosegretario di Stato all’editoria) per la valutazione, da svolgere entro due mesi dal suo insediamento, delle prassi retributive dei quotidiani e dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive, al fine di stabilire l’equo compenso nel lavoro giornalistico. Ma i tempi sono slittati (oltre che a causa del periodo politico di transizione dal Governo Monti al Governo Letta) per la persistente inadempienza degli editori a nominare i loro rappresentanti. Il pressing del Sottosegretario – a suo dire –  avrebbe consentito la costituzione della commissione il 24 giugno. Il 6 agosto, ha informato il Sottosegretario, sono terminate le audizioni e state apprezzate le difficoltà, rilevanti anche giuridicamente. L’8 ottobre la commissione verrà riconvocata per ascoltare le proposte di tutti e poter concludere: “Garantisco – rassicura Legnini – che entro l’anno assumeremo una decisione pur molto difficile, sul presupposto, ovviamente, che il Governo rimanga in carica”. Poi continua: “Viviamo il paradosso che cresce la domanda e la preziosità del bene informazione e rinsecchisce il mercato”. E a chi gli chiede dei finanziamenti all’editoria: “Il contributo pubblico è già crollato, eliminarlo vuol dire solo altre migliaia di disoccupati”. Disoccupati che, secondo Rossi, sono in costante aumento anche a causa del passaggio dal cartaceo all’online: “Il mitico web non sostituisce il perso in termini di occupazione, la pubblicità sul web non paga come la pubblicità sulla carta stampata”.

A segnare l’evento sono sono stati anche gli istruttivi workshop, che hanno trattato di infografiche e data journalism, start-up, giornalismo radiofonico, comunicazione istituzionale 2.0 e giornalismo sociale. Ma, soprattutto, è stata una proposta, “per dare concretezza – ha più volte ripetuto Simone d’Antonio, presidente di Youth Press Italia, l’associazione promotrice del Festival – ai tanti elementi di dibattito emersi”: realizzare una sperimentazione pilota della Youth Guarantee nel settore dei media in Italia. Il sistema della Garanzia Giovani, che gli Stati membri sono stati invitati ad adottare con la raccomandazione del Consiglio dell’UE del 22 aprile 2013, è basato sull’assunto che tutti i giovani fino a 25 anni devono ricevere – grazie a reti di partenariato molto forti tra tutti gli interlocutori – un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall’uscita dal sistema di istruzione o dalla perdita di un impiego. Introdurre questo meccanismo nel settore porterebbe – secondo i proponenti – a migliorare lo stesso settore (“decisivo per il dibattito democratico”), grazie all’elevamento delle competenze dei giovani, all’introduzione di maggiore trasparenza nell’accesso alla professione, al sostegno all’auto-imprenditoria e a un dialogo costruttivo tra le istituzioni di categoria. Completamente d’accordo s’è dichiarato il Sottosegretario Legnini, definendola “un pezzo della strategia per creare nuovo lavoro e nuovi spazi” e impegnandosi pubblicamente a seguirne ed agevolarne il percorso.