Home » Napoli, News, Politica » “La Rete della Legalità”, in scena a Napoli la terza edizione della giornata dedicata ai valori della giustizia

“La Rete della Legalità”, in scena a Napoli la terza edizione della giornata dedicata ai valori della giustizia

di Stefano Santos

Nella consueta sede dell’Auditorium della Regione Campania al Centro Direzionale, lunedì 26 novembre, si è svolta la terza edizione de “La Rete della Legalità”, giornata dedicata ai temi e ai valori della legalità. Promossa dalla casa editrice “L’Isola dei Ragazzi”, in collaborazione con la fondazione di don Luigi Merola “A voce d’è creature” e l’associazione Libera, si è caratterizzata di tre momenti principali.
Il primo è stato tanto permeante da includere gli altri e assurgere a sfondo di tutta l’iniziativa, cioè di discussione, di riflessione e confronto sui temi della legalità, in cui i ragazzi, gli studenti, gli alunni della scuola media e superiore, provenienti da diverse realtà cittadine e della provincia, sono stati infatti i veri protagonisti e destinatari della giornata, avendo fornito gli spunti di riflessione ai relatori intervenuti di volta in volta – coordinati dall’amministratore de “L’Isola dei Ragazzi” Serena Altieri. Tra questi: il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e Geppino Fiorenza, referente regionale dell’associazione Libera.
Il secondo momento ha visto la presentazione del libro “Quando avevo vent’anni – Interviste, riflessioni e ricordi su Falcone e Borsellino”, scritto dal giornalista Rai Ettore De Lorenzo, edito da “L’Isola dei Ragazzi”, con la prefazione di Salvatore Borsellino, ispirato all’anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio – in cui vennero assassinati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti della scorta – il cui ricordo è filtrato attraverso il racconto di diverse personalità, come il magistrato Raffaele Cantone e il giornalista Attilio Bolzoni, che all’epoca dei fatti avevano appunto “vent’anni”, cercando di indagare quanto sia stata profonda l’impronta morale lasciata dai due magistrati e di quanto rimanga di quella stessa orma dopo i vent’anni seguiti.
Il terzo momento ha portato alla proiezione in anteprima del corto animato “La Volpe Sophia”, scritto, diretto e musicato da Andrea Lucisano, con la partecipazione dell’attore teatrale e cinematografico Antonio Buonomo (conosciuto per l’interpretazione di Lorenzo Nuvoletta in “Fortapàsc”).
La giornata si è aperta verso le 10:30, con la rituale presentazione della giornata e degli ospiti fatta da parte dell’amministratore de “L’Isola dei Ragazzi”, passando poi la parola per primo al sindaco De Magistris, con un intervento limitato nel tempo dagli impegni istituzionali, incentrato sul ruolo della cultura, del valore bello a determinare certe scelte – citando Søren Kierkegaard e la sua opera “Aut Aut” – sulla identificazione politco-imprenditore-mafioso radicata nel tessuto sociale, da combattere costruendo una “democrazia di normalità”, recuperando i valori della Costituzione; sollecitato dalle domande, il discorso si è ampliato sui sentimenti contrastanti provati nei confronti della città di Napoli (citando Eduardo De Filippo: “Fuitevenne”), sulla necessità o no di leggi più severe, su un aumento della presenza delle forze dell’ordine, sul multiculturalismo, ponendo l’accento su un cambiamento nella concezione dello spazio pubblico, nella percezione della sicurezza in città, ribadendo il ruolo della cultura, sia in senso economico, che in senso sociale, d’integrazione delle diverse culture.
Il ruolo della scuola, nell’accezione di comunità e di istituzione, nel combattere le mafie è stato l’argomento del contributo della rappresentante dell’USR campana, Angela Orabona.
L’intervento successivo di Piero Avallone, giudice del tribunale minorile di Napoli, parte dalla domanda rivoltagli su come gli adulti possano contribuire alla legalità, mettendo l’accento sul ruolo dei maestri, autorevoli in quanto capaci di trasmettere un modello coerente, del compito dei cittadini – non sudditi – come esseri politici pensanti, ponendo una luce negativa sulla “cattiva maestra” televisione, accusata di “educare a non pensare”, nel contempo portando la sua esperienza in Tribunale.
Per l’intervento successivo l’autore Ettore De Lorenzo ha passato la parola a Domenico Marzaioli, rappresentante del movimento delle Agende Rosse, intervenuto in luogo di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Un discorso, quello di Borsellion, incentrato soprattutto nel evocare il ruolo della cultura nella lotta contro un sistema “non più” deviato e nel rievocare l’opera dei due magistrati, ma anche per spiegare l’assenza di Salvatore Borsellino, ospite tra i più attesi della giornata; e lo ha fatto affidandosi a Sabrina, studentessa di vent’anni inserita nel movimento che lo accompagnava, e la quale ha letto la lettera dell’attivista indirizzata al pubblico degli studenti, assente per assistere una persona cara affetta da un tumore, in cui racconta la sua esperienza di emigrato, che ha preferito lasciare la propria terra, prima Felix, poi maledetta, raffrontata a chi è riuscito a restare, e a cambiare le cose, esortando i ragazzi all’impegno attivo.
E’ seguito il veloce contributo di Alberto Ramaglia, amministratore di Metronapoli, sulla cura e sulla sicurezza dei mezzi pubblici come specchio del grado di civiltà di una città.

La copertina del libro “Quando avevo vent’anni – Interviste, riflessioni e ricordi su Falcone e Borsellino” di Ettore De Lorenzo

Si è passati poi all’intervento di presentazione del libro, in cui l’autore, Ettore De Lorenzo, cercando di essere più immediato possibile con la platea di più piccoli, ha fatto una sorta di invito a una lettura particolare, con passione, con una visione da più prospettive, guidati da ciò che i personaggi intervistati hanno voluto trasmettere, un percorso di ricerca di sé, sfruttando il potenziale che la televisione tende a deprimere, rimandando così a un’occasione successiva un confronto vero e propria, a un momento in cui il libro sarà stato letto, introducendo la proiezione del cortometraggio. Realizzato con una tecnica mista di animazione e attori in carne ossa, parla delle avventure della volpe Sophia e del suo incontro con un boss della malavita – interpretato dallo stesso Buonomo – che culmina nella redenzione di quest’ultimo. Nonostante l’aspetto apparentemente innocuo, giocoso, forse talvolta “didascalico” dell’opera, vi sono stati diversi rimandi alla filosofia e alla letteratura, come la citazione de “La Repubblica” di Platone e di un passo del saggio sul “Fanciullino” di Pascoli. Rimandi chiariti dalle parole dello stesso regista, Andrea Lucisano, che pone i paralleli con il mito platonico della caverna dell’ignoranza – il covo buio in cui il criminale si nasconde – e del Sole metafora del Bene, identificato qui con la conoscenza – la volpe Sophia che vuole portare l’uomo fuori, all’aria aperta. Significativo è stato il racconto dell’esperienza vissuta dal regista, nell’estate del 1991 in Calabria; l’incontro con il giudice Scopelliti, che di lì a poco sarà assassinato dalla ‘ndrangheta, di ritorno – “una persona giusta, una persona bella”.
Il contributo, poi, di Geppino Fiorenza, referente regionale dell’Associazione Libera, volutamente “telegrafico”, si è caratterizzato per diverse proposte, come la distribuzione di copie del libro a beneficio delle biblioteche scolastiche. Fiorenza ha poi risposto ad una domanda sui beni confiscati, spiegando i percorsi che l’associazione sta compiendo assieme alle scuole, uno sulla vicinanza ai familiari delle vittime della criminalità organizzata e uno riguardo i beni confiscati alle mafie, in cui i ragazzi vengono invitati a immaginare le destinazioni possibili dei beni, il cui recupero è spesso difficoltoso, per l’ipoteca sugli stessi, concessa spesso da malaffare che non si presenta in coppola e lupara, ma in giacca e cravatta.
Quasi una parentesi, per motivi di tempo, l’intervento di Marco Pecci e Gennaro Garzella, rispettivamente colonnello dei Carabinieri e maggiore della Guardia di Finanza. Sollecitati da una domanda, hanno esaltato il carattere non repressivo, quanto preventivo del ruolo delle forze dell’ordine, con ancora la spinta della cultura politica, della cultura civica dei singoli a determinare un determinato contesto, mettendo l’accento sui piccoli gesti quotidiani di ognuno.
Infine c’è stato spazio per il discorso di Alfredo Avella. Presentato come presidente del comitato scientifico della fondazione Pol.i.s, egli si è subito ripresentato come vicepresidente del Coordinamento Campano dei Familiari delle Vittime Innocenti di Criminalità e presidente dell’associazione Paolino Avella Onlus (in memoria del figlio, assassinato dai balordi che tentavano di rubargli il motorino), portando la sua esperienza, affermando la primaria valenza di testimonianza, l’attività delle varie associazioni dei familiari – come Paolo Siani, Lorenzo Clemente – che hanno contribuito, al passare degli anni, a rendere comune, positivo e proficuo il confronto sui temi della legalità e del mondo giovanile, e riprendendo una precedente domanda, che esortava a una maggiore vigilanza sulle strade, ha messo in luce in ruolo delle forze dell’ordine e della magistrature, continuando a esaltare quello della scuola, che spesso fa più paura della polizia.
La giornata si è conclusa consegnando alle scuole intervenute un attestato di partecipazione, e con la successiva distribuzione delle copie del libro.