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Greenpeace sfida la politica: ”Io Non Vi Voto”, la campagna che chiede chiarezza su energia e ambiente

di Roberto P. Ormanni

Nella notte del 19 Novembre, gli attivisti di Greenpeace Italia sono entrati in azione a Roma, affiggendo per la città manifesti con il volto di alcuni leader politici del Paese (Bersani, Alfano, Renzi, Casini, Fini) e una domanda: “Sei amico del petrolio e del carbone?”.
Con quest’azione, l’organizzazione ambientalista ha lanciato la campagna “Io Non Vi Voto”, che attacca il silenzio della politica “su questioni che riguardano la salute degli italiani, il lavoro, i cambiamenti climatici, lo sviluppo del Paese”. “Questa – avverte Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – non è una campagna astensionista. Al contrario: chiediamo a tutti i leader politici e a chi si candida a governare il Paese impegni precisi per salvaguardare ambiente, salute, economia e occupazione”. Da questa volontà di chiarezza, così, Greenpeace ha dato inizio a un’interrogazione di nove domande rivolta direttamente a ventuno grandi leader italiani: Angelino Alfano (PdL), Silvio Berlusconi (PdL), Pierluigi Bersani (PD), Michela Biancofiore (PD), Pier Ferdinando Casini (UDC), Cattaneo, Guido Crosetto (PdL), Antonio Di Pietro (IdV), Gianfranco Fini (Futuro e Libertà), Giancarlo Galan (PdL), Beppe Grillo (M5S), Roberto Maroni (Lega Nord), Giorgia Meloni (PdL), Luca Cordero di Montezemolo (Italia Futura), Laura Puppato (PD), Matteo Renzi (PD), Gianpiero Samorì (PdL), Daniela Santanchè (MPI), Bruno Tabacci (API), Giulio Tremonti (PdL), Nichi Vendola (SEL).
Le nove interrogazioni di Greenpeace chiedono una trasparenza di posizione sulle politiche energetiche e ambientali, ma anche una promessa d’impegno su alcuni temi specifici. Cancellare ogni progetto di nuove centrali a carbone, dimezzare la produzione elettrica da carbone entro il 2020 e azzerarla entro il 2030, allontanare le trivelle petrolifere dalle coste italiane, aumentare la fiscalità sulle estrazioni di greggio, cambiare i vertici di Enel, dare alle energie pulite priorità sulle fonti fossili, dare inizio a una nuova fiscalità energetica: sono solo alcune delle richieste e degli interventi proposti dall’organizzazione.
Ad oggi, sui ventuno politici consultati, solo quattro (Vendola, Di Pietro, Puppato e Samorì) hanno risposto al questionario. Tra questi, tutti hanno accolto con positività le domande di Greenpeace, condividendo le esigenze sulle politiche energetiche sottolineate dall’organizzazione.

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Il questionario sulle politiche energetiche
rivolto da Greenpeace Italia ai leader politici

1. Il carbone è la fonte energetica maggiormente responsabile dei cambiamenti climatici e la più dannosa per la salute umana. Siete pronti a cancellare ogni progetto di nuova centrale a carbone, impegnandovi a dimezzare la produzione elettrica da carbone entro il 2020 e ad azzerarla entro il 2030?
2. Fulvio Conti, Amministratore Delegato di Enel, prima ci ha provato col nucleare e adesso col carbone. Enel è una compagnia controllata direttamente dal Governo: il ministro del Tesoro è maggiore azionista e ne nomina il management. Il carbone di Enel causa in Italia una morte prematura al giorno e danni per 1,8 miliardi di euro l’anno. Il vostro governo cambierà i vertici di Enel per imprimere un corso nuovo e sostenibile alla sua strategia industriale?
3. Ammesso che si riesca a estrarre tutto il petrolio dal nostro mare, questo equivarrebbe quantitativamente a poche settimane dei consumi nazionali. Una catastrofe ecologia come quella del Golfo del Messico sarebbe un colpo mortale al nostro turismo, alla pesca sostenibile, all’economia delle comunità costiere. Prenderete provvedimenti concreti, ponendo limiti territoriali severi, per allontanare le trivelle dalle nostre coste?
4. I cittadini sono sommersi di tasse mentre le compagnie petrolifere che operano in Italia pagano royalties tra le più basse al mondo. Non è solo un attentato al mare: è anche un’offesa per gli italiani. Aumenterete la fiscalità e le tasse di concessione sulle estrazioni di greggio?
5. L’Italia continua a opporsi a Bruxelles alle proposte per una maggiore efficienza dei nostri veicoli: è un altro favore alla lobby petrolifera e ad alcune aziende automobilistiche. Con maggiore efficienza nei trasporti, che ridurrebbero dunque i consumi, è possibile evitare le trivellazioni a mare, in Italia come in Artico. Vi impegnerete ad aumentare i parametri di legge per l’efficienza dei veicoli in sede europea?
6. Bisogna eliminare gli ostacoli alla realizzazione degli impianti di energie rinnovabili come, ad esempio, esentare dall’iscrizione al registro GSE gli impianti fotovoltaici di piccola e media taglia. Siete d’accordo a una rimozione delle barriere burocratiche per le rinnovabili?
7. Avanzerete e sosterrete norme per favorire l’autoconsumo promuovendo lo scambio sul posto, sistemi di distribuzione chiusi (SDC) e sistemi efficienti d’utenza (SEU); e darete priorità di esportazione alla eventuale sovrapproduzione da rinnovabili – e non a quella degli impianti a gas – adeguando opportunamente le reti per la piena integrazione di solare ed eolico?
8. Servono linee di credito apposite a interessi agevolati e la garanzia di destinazione di una parte significativa dei fonti ETS alla realizzazione di nuovi impianti rinnovabili. Intendete detassare e consentire maggiore detrazione IVA per gli investimenti in nuovi impianti rinnovabili, dirottando sulle fonti pulite gli oneri di bolletta concessi alle energie sporche (CIP6) per ridurre il peso degli incentivi in bolletta?
9. Siete d’accordo nel rendere obbligatorio in Italia – e non indicativo come oggi – l’obiettivo del 20% di efficienza in più al 2020?