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“La doppia vita dei numeri”, Erri De Luca e il suo conto dell’assenza

di Ilaria Giugni

Erri De Luca ritorna ad affidare le sue parole al teatro con “La doppia vita dei numeri” (Feltrinelli, 8 €), presentato appena qualche giorno fa all’Istituto francese di Napoli Grenoble.
E’ il 31 dicembre, fratello e sorella aspettano assieme la mezzanotte giocando a tombola.
Non sarebbe giusto, però, dire che sono da soli: a fargli compagnia, eterei e muti per le loro orecchie, i genitori scomparsi, richiamati dal ricordo insistente di lei.
Lui, invece, é scettico, mal sopporta di fare i conti con la sua nostalgia, perchè “ogni giorno é il giorno uno della loro assenza”.
“La doppia vita dei numeri”, infatti, racconta i modi di affrontare la scomparsa dei propri cari, senza pronunciarsi su quale sia il migliore, ma sottolineando l’importanza di ricordare, in ogni caso, anche gli episodi insignificanti e le sfumature.
Erri De Luca rinuncia – il testo teatrale lo impone – alle lunghe descrizioni di luoghi e stati d’animo, rimediando tuttavia con dialoghi dalla naturalezza disarmante.
I suoi personaggi sanno guadagnare le risate del lettore, rammentargli cosa significa nostalgia e dare un retrogusto meno amaro alla parola “assenza”.