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L’influenza del cinema durante la crisi del ’29: la filosofia come interprete critico.

di Mattia Papa

L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici porta al cinema la sua platea. Dal 24 al 27 settembre, infatti, sarà possibile ascoltare presso la sede a Monte di Dio, nel Palazzo Serra di Cassano, il seminario tenuto da Arturo Martorelli dal titolo “Un cinema ‘politico’: Hollywood dalla crisi del ’29 al New Deal”.
Che il cinema sia uno tra i più imponenti fenomeni culturali del XX secolo è indiscusso. Certo, ne è passata di acqua sotto i ponti da quel lontano dicembre del 1895 in cui i fratelli Lumiere mostrarono la prima vera e grande manifestazione dell’arte cinematografica al ‘Grand Café des Capucines’ a Parigi. Da quel momento il successo che l’arte cinematografica ha riscontrato nel corso del “secolo breve” è stata immenso. E non a torto il titolo del seminario sposta l’attenzione verso l’inevitabile influenza politica della cinematografia. Se, infatti, si riflette sull’evidente – ma ben occultata da un assopimento dello spirito critico – importanza che ogni singolo ha nei confronti del prossimo e su quanto ogni singola opinione influenzi le sorti del corso futuro dell’umanità, non può sfuggirci l’incredibile portata politica della settima arte. Non è tanto il regista, lo sceneggiatore – così come il pittore, lo scrittore, il fotografo o qualsiasi altra forma d’arte – a fare la differenza: il suo compito è portare in atto quello che potenzialmente è stata una sua intuizione data dal suo essere in un contesto storico complesso nel quale egli vive. Ma è il pensiero mosso dall’opera quello che conta e che, nel quadro della umanità storica, acquista maggiore rilevanza. Si veda il fascismo o il nazismo (per non parlare dei famosi cine-panettoni di chiara ispirazione populista e quindi della logorante destra italiana dell’ultimo ventennio) o l’America degli High-concept propugnanti un “americanismo” da parossismo, ormai così diffuso che è impossibile scindere l’idea del potere dall’America, il capitalismo dalla bandiera a stelle e strisce.
Insomma, l’osservatore che giudica è quindi politico. E quale migliore osservatore c’è se non quello cinematografico? Questo Martorelli metterà in evidenza lungo il suo seminario, concentrandosi ovviamente sul periodo che va dalla terribile crisi del ’29 al New Deal.
Un’ennesima prova di impegno sociale per l’Istituto, la cui petizione online intanto tocca quasi i 23.000 partecipanti. Per quanto riguarda il suo sostentamento e la questua contro la Regione Campania, la questione è ancora aperta. Come andrà a finire nessuno lo sa. Quindi, buona visione.