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La biblioteca senza fondi dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un patrimonio da aprire al pubblico. Esplode la mobilitazione online

di Mattia Papa

Che cerchi riparo e buone scuse chi si è opposto al finanziamento verso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Il numero dei firmatari della petizione online (in primo piano sulla home-page dell’IISF) per sostenere il grande centro di cultura, ha toccato vette strepitose in meno di una settimana: circa 20.000 firmatari in pochi giorni (ora si superano i 22.000 aderenti). La richiesta dell’Istituto è rivolta al ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, e al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Essa rivendica ciò che nel 2001, con delibera n. 6039, si decideva: lo stanziamento dell’ex-CONI in Piazza Santa Maria degli Angeli n. 1 – a pochi passi da Palazzo Serra di Cassano, dove si trova la sede dell’Istituto – come loco per la biblioteca che oggi conta circa 300.000 volumi, alcuni introvabili, altri in lingua madre, altri così costosi da non poter pensare di acquistarne più di uno nel giro di anni. Tutti messi a disposizione di studiosi e intellettuali.L’opposizione dell’IISF si muove nei confronti del supplemento alla delibera del 2001 nell’anno 2011 da parte dell’attuale Giunta (delibera n. 283), con la quale si aggiungono due elementi fondamentali. Così scritto nell’appello dell’Istituto: “Viene difatti prospettata per i locali individuati l’utilizzazione ‘come fondo iniziale dei volumi che obbligatoriamente vengono trasmessi in copia alla Regione Campania da editori e aziende tipografiche allorquando pubblicati’ e l’attivazione di una ‘Biblioteca pubblica a scaffale aperto’. Ciò significherebbe non solo sfregiare l’armonica razionalità interna della raccolta […] ma significherebbe soprattutto impedire materialmente l’allocazione della biblioteca dell’Istituto, la cui dimensione è tale da occupare per intero lo spazio dei locali e solamente qualora sia rigorosamente seguito il progetto delle scaffalature compatte”. I nomi più in vista del panorama culturale italiano e internazionale si sono messi a disposizione per qualsiasi evenienza e hanno offerto la loro autorità e i loro mezzi per aiutare. Da Remo Bodei a Luciano Canfora, da Aldo Masullo a Stefano Rodotà; Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo e Gustavo Zagrebelsky: questi i nomi dei primi firmatari. Intanto prosegue la polemica e ci si interroga sulle politiche dedicate a chi cerca di incentivare la cultura attraverso quarantanni di attività, incrementando lo spirito critico degli uomini che oggi iniziano a perdere la possibilità di definirsi nel loro nome. E ci si chiede se chi perpetua certe scelte continuerà a governare, a prescindere dall’epilogo della vicenda.

FIRMA L’APPELLO PER L’ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI