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Prandelli vero pioniere del sogno azzurro

di Francesco Astarita

Arginare la Germania di questo Europeo è stata per l’Italia un’impresa incredibile. A maggior ragione, tenendo conto del fatto che tre undicesimi della formazione azzurra erano reduci da infortuni prettamente muscolari: Chiellini reduce da un infortunio alla coscia che lo ha costretto a star fuori nel vittorioso quarto contro gli inglesi, De Rossi con affaticamento muscolare a carico e Cassano con un problema al ginocchio.
I meriti sono, ancora una volta, da attribuire al c.t. Cesare Prandelli. Capace di imbrigliare l’offensiva tedesca con furbizia e maestria, l’allenatore ha trovato la chiave di volta per permettere ai suoi di chiudere tutti i varchi possibili agli avversari, individuare e bloccare sul nascere il principale fulcro di gioco, Mesut Ozil, rendere inoffensivi gli esterni Kroos, Lahm, Podolski e Boateng.
Una mentalità aggressiva, un pressing “disperato” fin dai primi minuti di gioco, un’intensità in campo che a lunghi tratti ha ricordato il miglior Napoli targato Mazzarri, hanno tramortito oltre modo la compagine tedesca.
La vicinanza tra i reparti, la compattezza del gruppo, la mentalità che il commissario tecnico azzurro è stato capace di inculcare ai suoi giocatori, sono state le vere mosse determinanti che hanno permesso agli italiani di strappare una, quanto meno inizialmente, insperata vittoria.
Un centrocampo estremamente dinamico, abile tanto nella fase di copertura quanto in quella di costruzione, è stato poi la ciliegina sulla torta.
Senza un buon filtro nella parte mediana nel campo, anche la difesa composta dai migliori interpreti al mondo soffrirebbe. Con un De Rossi maiuscolo, un Marchisio tutto gambe e cuore (poca, pochissima freddezza sotto porta, purtroppo) ed un Pirlo ancora una volta mente superiore, plasmatore della manovra azzurra, il merito della nostra vittoria è fondamentalmente da attribuire a loro, alle loro prestazioni, oltre che al cinismo, finalmente, di un ritrovato Mario Balotelli. Positiva anche la prova di Riccardo Montolivo, autore dell’assist per il momentaneo 2–0.
Sprazzi di Antonio Cassano sono valsi il momentaneo 1–0. Gran giocata sull’out di sinistra per il barese, autore di un numero su due avversari e protagonista di un assist di sinistro, al bacio, per la testa di SuperMario.
Purtroppo, Fant’Antonio sconta ancora i postumi del tremendo infortunio che lo ha costretto fuori dal campo per circa sei mesi. E’ lampante, infatti, la sua mancanza di condizione, la stanchezza che alla distanza ne limita oltremodo le grandissime qualità.
Encomiabile la prestazione di un Balzaretti per la prima volta provato sulla corsia esterna destra. L’esterno rosanero è stato un martello continuo sulla corsia, costringendo spesso il “tedesco” Podolski ad azioni di copertura.
Con un ritmo del genere, ed una tale pressione sulle spalle degli 11 in campo, è probabilmente il caso di poter comprendere, ed accettare, qualche errore di troppo sotto porta, che sarebbero valsi, tuttavia, un finale di partita sicuramente meno concitato.
Il risultato maturato sul campo dimostra ancora una volta come le statistiche siano sempre da contestualizzare.
14–0 i corner in favore dei tedeschi, 46–5 il numero dei cross, sempre in favore dei tedeschi, 56% di possesso palla della squadra di Low contro il 44% azzurro, otto tiri in porta tedeschi contro i quattro italiani.
Con un’Italia così, sognare il titolo è più che lecito.