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La cultura per riscrivere la storia

di Francesco Maselli

Continua la campagna elettorale di Nicola Oddati, l’assessore del capoluogo campano, candidato alle primarie per la leadership del PD alle comunali ha incontrato al cinema Filangieri il mondo della cultura napoletana.
Cultura che è uno dei grandi temi di Oddati, presidente della fondazione “forum delle culture” soggetto creato pochi mesi fa per gestire l’evento che si terrà a Napoli nel 2013.
Tanta la gente che attende al di fuori del cinema, tra gli altri anche alcuni esponenti del panorama politico della città: Peppe Sarnataro (ex consigliere regionale) e Francesco Nicodemo (consigliere comunale), Luca Stamati (ex assessore provinciale), Antonio Borriello (capogruppo PD al consiglio comunale), Angela Cortese (consigliere regionale).
Sul palco oltre all’assessore Oddati, prendono la parola Franco Rendano, medico chirurgo e membro del suo staff, Gilda Langella segretario regionale slc cgil, Carlo Cerciello direttore artistico del Teatro Elicantropo, e Pasquale Sannino presidente della commissione cultura e sport del Comune di Napoli. Dunque tante le testimonianze del mondo culturale della città. I tanti interventi offrono spunti interessanti e critiche costruttive ad un candidato che comunque per alcuni aspetti rappresenta ciò che ha fatto la politica a Napoli negli ultimi dieci anni, nel bene e nel male.
Dopo gli interventi degli ospiti e alcune domande dal pubblico prende la parola Nicola Oddati, visibilmente emozionato dalle presenze, ma molto contento della grande risposta che gli ha dato il mondo della cultura.
Entra subito nel vivo: ”La cultura non è una sovrastruttura, senza cultura siamo deboli. Sta passando il messaggio inverso invece, vogliono farci pensare solo al piatto che sta davanti a noi. Questa città ha sempre vissuto e deve vivere di cultura”.
Reclama i risultati della politica culturale messa in atto negli ultimi anni,che rappresenta uno dei limiti minori della ormai ex giunta. “E’ vero – ammette – ci siamo concentrati sul fare cultura, ed abbiamo sbagliato a non diffonderla. Non solo, non possiamo permetterci di spendere 700.000 euro per un concerto gratuito con una grande star, se poi i nostri tantissimi piccoli centri soffrono e non riescono a sopravvivere”.
Critica la legge regionale sulla cultura: “Abbiamo creato teatri di serie a e teatri di serie B. Dobbiamo lavorare per costituire un fondo unico per la cultura, per gestire con criterio la miriade di siti culturali senza creare sterili contrapposizioni”. Propone un accordo con le banche per facilitare i pagamenti a chi si occupa di cultura, troppo spesso lasciato solo dallo Stato, “che ci piaccia o no, un privato non può investire nella cultura basandosi solo sul sostentamento che gli viene dal mercato, ha bisogno di un sostegno da parte dello Stato, e noi lo dobbiamo garantire in tempi brevi”.
Non poteva mancare un accenno al “suo” Forum delle Culture del 2013: “Un grande evento che può aiutare a far rinascere Napoli, ci porterà più di 600 milioni di euro di investimenti che se usati bene serviranno la realtà ordinaria a migliorare in modo permanente”. E’ convinto che Napoli sia piena di talento creativo e di risorse umane che vanno aiutate a rimanere in città, “se continuiamo a formare i giovani per mandarli a migliorare gli altri paesi d’Europa la nostra città non si rialzerà più”.
Verso la fine, Oddati trova il tempo per parlare anche dell’emergenza in atto a Terzigno: “Il sistema dei rifiuti è una tragedia, ed è colpa di tutti – afferma – dobbiamo smaltirli in modo intelligente, la raccolta differenziata al 100% è un’utopia, quindi gli inceneritori sono necessari, non possiamo permetterci di dire no a prescindere. Possiamo, però, fare delle proposte concrete alle aziende, ad esempio un piccolo sgravio fiscale per le imprese che sono in grado di seguire i loro prodotti dalla nascita alla morte”.
Conclude dopo quasi tre quarti d’ora di discorso con un appello ai presenti: “Dobbiamo riscrivere la nostra storia, tutti insieme, siete voi le persone fondamentali per la vita di questa città solo insieme possiamo generare futuro”.