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Ivan Bogdanovic, nessuna sorpresa

di Bruno Criscuolo e Andrea Spadaro Guerra

Ormai son tre giorni che quasi tutti i giornali parlano più o meno diffusamente di Ivan il Serbo, l’ultrà colpevole dei disordini di martedì , macchiatosi del gravissimo reato di “ lesa partita”.
Di lui si sa solo che un disadattato, ignorante (pare che a vent’anni fosse ancora iscritto alla terza media) e neonazifascista. Ma su quest’ultima caratteristica giornali e televisioni di regime non si soffermano volentieri.
Sopra la foto di Ivan il Terribile ammanettato tra ali di poliziotti,la “Gazzetta dello Sport” recitava a caratteri cubitali : “In gabbia!”. Frasi da Parlamento anni ’90.
E’ evidente un “doppiopesismo” giustizialista stagionale, tenuto nel cassetto della storia e tirato fuori all’occorrenza.
La classe politica si è fatta carico di quanto è successo, interrogandosi con l’acutezza e l’imparzialità che la contraddistinguono.
Il titolare della Farnesina on. Franco Frattini, fulgido esempio di materializzazioni del concetto filosofico del nulla, ha dichiarato: “l’Unione Europea a causa di Ivan il Sanguinario ci penserà bene prima di accogliere tra le sue braccia la Serbia come stato membro.”
Tralasciando il fatto che lo Stato serbo è stato istituito a tavolino dalla NATO, mi sembra abbastanza inverosimile che in queste ore a Bruxelles ci siano riunioni concitate che hanno come oggetto le gesta del nazifascista serbo. Sono persone serie. Loro.
Ancora più esilarante è stato l’auspicio del Ministro dell’Interno, che si è augurato che il ragazzo venisse incriminato per tentata strage.
D’altronde, l’on. Maroni dovrebbe porsi qualche domanda. Ha istituito l’Osservatorio del Viminale, preposto al controllo e al corretto svolgimento delle manifestazioni sportive.
Cosa deve fare un Osservatorio? Osservare, credo.
E utilizzare tali osservazioni al fine di promuovere azioni di carattere preventivo. Ed evitare che tali fenomeni si ripetano.
Ma forse è chieder troppo, non si può mica sempre pretendere che si faccia bene il proprio dovere. Con gli esempi che le Istituzioni ci hanno recentemente dato, questa richiesta sembra decisamente sproporzionata.
Finalmente, Ivan è approdato in un Talk show. Ieri sera a “Porta a Porta” se ne è parlato,seppur in assenza di un plastico del Luigi Ferraris di Genova.
Erano presenti Veltroni e Maroni; mi sono meravigliato dell’assenza lo psicologo e il criminologo ormai in pianta stabile nello studio del dott. Vespa.
Abbiamo ascoltato ovvietà e banalità, col solito gioco delle parti. Alle critiche di Veltroni, Maroni rispondeva con l’autoreferenza, esaltando i successi del Governo contro le mafie e la criminalità.
Dimenticando che come sempre, a fare arresti ed operazioni di prevenzione e di controllo del territorio sono le Forze dell’Ordine e la Magistratura, spesso e volentieri riportando “costi umani” che non vengono menzionati nei bilanci della “Ragioneria dello Stato”.
Ed ovviamente, dimenticandosi di menzionare l’unica cosa davvero importante: il contagio neofascista delle nuove generazioni.
Dalla caduta del Muro di Berlino, forze neofasciste sono riemerse dalle fogne in cui la storia le aveva relegate per più di trent’anni.
Il fenomeno si è diffuso in modo più o meno omogeneo, sia negli stati già democratici, sia in quelli dell’Est, all’alba della loro giovanissima democrazia. Memoria, o meglio mancanza di memoria, e ignoranza sono da sempre una costante imprescindibili di queste forze che, purtroppo, hanno agito e agiscono in tutta Europa arrivando a riprendersi scranni parlamentari quasi ovunque.
E non scandalizziamoci, saremmo ipocriti. Già negli anni ’60 Pasolini diceva “Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.”In un mondo alla deriva le pulsioni autoritarie sono sempre state viste come una risposta”. E se il nostro stesso Governo basa il proprio sull’ignoranza delle persone,sulla Videocrazia, sul revisionismo, istituzionalizzando il razzismo, questi rigurgiti nostalgici di un passato mai sepolto, non dovrebbero essere considerati una sorpresa.
E quindi, caro Ivan il Serbo, non posso proprio dire di nutrire simpatia nei tuoi confronti, sarebbe veramente troppo, in fondo sei solo un povero stupido in una società a stupidità diffusa.
Adesso occupi una cella del carcere di Marassi, in seguito occuperai la cella di qualche galera nella tua terra.
A differenza tua, qui in Italia alcuni tuoi camerati hanno purtroppo già iniziato ad occupare le Istituzioni,anche senza granate tatuate su un petto. Quelle si usano sugli svincoli autostradali, o nei citofoni di palazzi, in piazze,stazioni e questure.
E poi una bella targa, un monumento per ricordare. O meglio, per dimenticare.