Home » Musica, Napoli, News, Spettacolo » Turturro va in scena con “Passione Tour” e sbarca nella Napoli della musica

Turturro va in scena con “Passione Tour” e sbarca nella Napoli della musica

di Rosalba Ferrante

Dal film John Turturro fortemente acclamato alla Mostra di Venezia e vincitore di numerosi premi quali il Capri Holliwood Festival, il Festival Cinema di Salerno e il premio Città di Loano, nasce, sotto la direzione artistica di Federico Vacalebre, quello che si preannuncia essere, già ai suoi esordi, un altro sconfinato successo: “Passione Tour, il concerto”.
Dopo le precedenti serate a Loano ed a Civitavecchia, Giovedì 15 Settembre, in collaborazione  con la Mostra d’Oltremare, il tour dalle musiche calde e variopinte è approdato nella napoletana Arena Flegrea, riconfermando le emozioni del film e regalandone delle nuove e sorprendenti.
Ed è stato proprio grazie all’eleganza esclusiva di Peppe Barra, al sax energetico di James Senese, alla voce ad all’interpretazione esemplare di Gennaro Cosmo Parlato e di Pietra Montercovino, e ancora al connubio ogni volta speciale di Raiz e gli Almamegretta, accompagnati dal tono potente di Misia, dalle musiche degli Spakka-neapolis 55 e dalla dolcezza dal gusto etnico di Mbarka ben Taleb a far dimenticare, seppure in parte, l’assenza di artisti importanti quali Massimo Ranieri, Enzo Avitabile, Mina ed ovviamente l’ideatore dell’intero progetto, Jhon Turturro.
Tra le canzoni interpretate, un viaggio attraverso i grandi successi già rivisitati dal film, tra i quali “Carmela”, “Maruzzella”, “Era de Maggio”, “O’ sole mio”, “Tammurriata Nera” ed ancora, all’omaggio per l’immortale Fabrizio De André con “Don Raffaè”. A questi, si uniscono altri grandi successi della canzone napoletana, da Bruni a Modugno fino a Carosone, come “Tu sì na’ cosa grande”, “Guapparia” o “Pigliate ‘na pastiglia”, tutti pezzi speciali di un’interpretazione che ha saputo renderli unici ed intramontabili per una seconda volta.
La conclusione del concerto con “Napul’è” ha voluto gli artisti uniti e insieme a celebrare una musica ricca ed immortale, ma anche a criticare, forse, chi, dimenticandone la potenza, la lascia logorare e corrodere insieme alla sua terra d’origine.