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Il gioco della politica

di Enrico Massa

Non è difficile, girando per le strade di Posillipo e Chiaia, quella zona troppe volte chiamata “Napoli bene”, notare come i balconi, le finestre, le mura dei palazzi e dei negozi siano sommersi di manifesti elettorali. Tralasciando che ignoro se sia legale o meno affiggere sulla propria abitazione o attività commerciale pubblicità del genere, è interessante osservare come ad ognuno di quei balconi così addobbati corrisponda un candidato politico. Sembra quasi che per ogni appartamento ci sia un novello statista in famiglia.
In effetti la cosa è preoccupante, dato che in un quartiere benestante come il nostro, chi non ha nient’altro da fare che arricchirsi con la propria avviata professione ha adesso trovato un nuovo hobby: “Scendere in campo”, come disse un personaggio fin troppo noto qualche anno fa. Ed è così che la situazione politica di un quartiere rispecchia perfettamente quella di un’intera nazione, dove la politica non è più un offrirsi per gli altri, un sacrificio per rendere migliore la società, ma un subdolo passatempo dove mediocri personaggi pensano solo al proprio rendiconto personale.
Le cifre, d’altronde, sono alte: circa 6000 candidati nelle 10 municipalità cittadine, un numero esorbitante che facilmente ci può far rendere conto quanto sia facile candidarsi al giorno d’oggi. E’ facile a questo punto capire, allora, che molti di loro, con la politica, quella vera e utile, hanno poco a che fare e magari non sanno nemmeno come agire in caso di elezione. Sarebbe bene stare attenti, perché la politica sta diventando un gioco. E quando il fondamento delle nostre istituzioni, della nostra economia, della nostra civiltà moderna diventa un gioco, é impossibile restare indifferenti.