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Cosa resta della Giornata della Donna

di Rosalba Ferrante

Odore di mimose e spogliarelli in arrivo, ecco ciò che rimane dell’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna. Eppure, alle sue origini, essa era, in tutto e per tutto, la giornata della commemorazione, della lotta e della difesa.
8 Marzo 1908, le operaie dell’industria tessile Cotton, dopo aver scioperato per diversi giorni come segno di protesta contro le condizioni abominevoli sotto le quali erano costrette a lavorare, vengono rinchiuse nella fabbrica dal proprietario Mr. Johnson. All’edificio venne dato fuoco e le operaie morirono tutte, la maggior parte arse dalle fiamme ed altre gettandosi nel vuoto, in un disperato tentativo di salvezza.
Affinché non si dimenticasse la tragedia degli anni passati, fu Rosa Luxemburg, politica e rivoluzionaria polacca, a proporre che la data divenisse il simbolo della giornata della lotta internazionale a favore delle donne. E se all’inizio le celebrazioni erano diffuse solo negli Stati Uniti ed avevano come unico scopo quello del ricordo delle vittime dell’incendio, col passare degli anni, l’importanza della giornata divenne mondiale. Fu grazie alle associazioni femministe, infatti, che essa divenne il simbolo della rivendicazione femminile sociale e lavorativa, ma soprattutto il punto di partenza per il riscatto della donna, promuovendo, a tale scopo, manifestazioni ed iniziative.
Oggi, l’8 Marzo è una data attesa, ma, alle iniziative ed ai convegni organizzati dalle associazioni femministe, volti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo il ruolo odierno della donna, si contrappone la triste realtà della speculazione e del menefreghismo, o meglio, della beata ignoranza.
Quale giorno migliore per i fiorai se non l’8 Marzo, per vendere fasci di mimose a prezzi esorbitanti? Il fiore simbolo della giornata è un regalo assai atteso e desiderato da tutte le ragazze e poco importa se, in realtà, esse non sappiano neppure cosa esso rappresenti realmente.
Ottima giornata questa anche per i ristoratori, che vedono, in tempi di crisi, i loro locali affollati come non mai. Secondo i dati, infatti, è consuetudine, per le donne di questi tempi, concedersi, in occasione della ricorrenza, una serata stravagante da culminare in qualche modo trasgressivo. Gli spogliarelli maschili, come riportano i giornali, sono solitamente i finali ad effetto prediletti da tutte.
Cosa importa se in realtà queste signore non sappiano neppure cosa veramente sia successo l’8 Marzo del 1908? Cosa importa che lo spirito della ricorrenza sia, in realtà, tutt’altro? E, ancora, cosa importa se, nel resto del mondo, esistono Paesi in cui il ruolo subordinato ed offeso della donna porta a lapidazioni per adulterio ed alla pratica dell’infibulazione nelle bambine di appena cinque anni?
Ben poco quando, ad allietare gli spiriti, restano i calici di vino, le cene a lume di candela e qualche serata speciale in una rinomata discoteca. Ma cosa ci aspettiamo, si dovrà pur festeggiare quesa ricorrenza il qualche modo, infondo.