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Ci sono studenti e studenti!

di Marco Sarracino

Caro direttore,
sembra che uno studente di economia della Federico II, militante nella giovanile del Partito Democratico, sia diverso da un presunto studente di non si sa quale università napoletana, membro dell’ “UDU” (Unione degli universitari). Almeno stando alle dichiarazioni di quest’ultimo. E’ una giornata quasi autunnale, a Napoli, e alcune centinaia di studenti si riuniscono per manifestare liberamente il loro dissenso nei confronti della riforma Gelmini e dei tagli indiscriminati alla scuola e all’università pubblica previsti dalla manovra finanziaria di governo. Ci sono alcune di quelle sigle che negli ultimi anni hanno accompagnato gli studenti in scioperi utili e non. “UDU” e “UDS”, ovviamente, sono in prima fila, ma vengono accompagnate, per la prima volta, da due giovanili di partito, quella del “PD” e quella di “Rifondazione Comunista”. Tutti uniti contro il ministro dell’istruzione? A quanto pare no…O almeno qualcuno non vuole che sia così!
Dopo aver attraversato il corso Umberto, ecco che ha inizio l’assurda vicenda. Le due sigle che sono in testa al corteo chiedono alle due giovanili di partito di abbassare le bandiere e di mettersi in coda, dato che la manifestazione “non è nostra, ma dei giovani di UDU e UDS”! Rifondazione cede, i GD no!
Pare che qualcuno soffra di manie di protagonismo, vedendo reputando le giovanili di partito una minaccia anziché un’importante risorsa per le dure lotte che aspettano tutti noi, studenti e non. Ciò dimostra ancora una volta l’arretratezza e la chiusura mentale di questi sindacati studenteschi, che invece di unire e informare, non fanno altro che distruggere!
Ieri mattina ho visto tanti ragazzi, ed è vero che molti di questi sventolavano bandiere delle due sigle presenti al corteo. Ma sono certo di una cosa: la maggior parte di loro neanche sapeva perché stesse lì, cosa stesse sventolando e cosa fossero UDU e UDS, a differenza di quei pochi ma buoni “Giovani democratici” che con le loro quattro bandiere hanno cercato di spiegare i motivi della protesta, hanno cercato di aggregare giovani al mondo della politica e, soprattutto, hanno tentato pacificamente di manifestare.
A quanto pare è proprio vero, “ci sono studenti e studenti”.

Caro Marco,
quello che tu porti a testimonianza non è che l’emblematica immagine di ciò che solitamente accade in Italia, negli ultimi anni, nelle lotte di protesta.
Racconto ciò che ho visto a Roma, il 5 dicembre 2009, durante il NoBerlusconiDay. Alcuni manifestanti con bandiere di Rifondazione Comunista attaccano verbalmente altri manifestanti che sventolavano bandiere del Partito Democratico. Tutti erano giunti nella capitale per il comune motivo della manifestazione, eppure si assite ad una (patetica) discussione che porta i protagonisti a punzecchiarsi circa i pmotivi più impensabili.
Quello che voglio dire, è che nell’Italia di oggi, spesse volte, le idee smarriscono il loro peso ed il loro valore a causa delle fratture che sorgono proprio tra chi sostiene le idee stesse. E questo sembra essere un carattere proprio delle lotte.
Anche a Napoli, esattamente venerdì 8 ottobre, giorno delle proteste su territorio nazionale, si sono organizzati e mossi due diversi cortei. Eppure questi predicavano, in sostanza ma con differenti punti, i medesimi punti!
Personalmente, credo che confronto e dialogo siano essenze fondamentali di una società democratica, ma occorre restare attenti ed evitare inutili scissioni.
E’ vero che ci sono studenti e studenti.
Ed è anche vero che ci sono modi di discutere e modi di discutere.
Ma io credo, anche, che ci sono stagioni e stagioni.
E forse, tutti noi, siamo nella stagione in cui l’eccesso di simboli infastidisce alcuni. Questo, per il semplice motivo che troppi singoli individui non sono disposti adaffrontare un dialogo con gli Altri.
Infondo, è sempre più comodo continuare a camminare da soli, piuttosto che sforzarsi di trovare un passo comune. O almeno, questa è la credenza.
Roberto P. Ormanni