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“Florence”: gigantesca Meryl Streep nel ritratto di una cantante mediocre

florencedi Marco Chiappetta

TRAMA: New York, 1944 – La matura e sifilitica Florence Foster Jenkins (Meryl Streep), cantante stonatissima ma con un grande cuore, grazie al sostegno del marito-agente St Clair Bayfield (Hugh Grant), protettivo e affettuoso, benché fedifrago, e all’apporto del talentuoso pianista Cosmé McMoon (Simon Helberg) inizia a diventare popolare per meriti non musicali, bensì involontariamente comici e ridicoli che lei stessa, ingenua e incapace di autocritica, non sa di avere.
GIUDIZIO: Interpretato da una Meryl Streep come sempre maiuscola, bravissima nel dare volto e voce a una donna senza talento (lei, invece, normalmente ottima anche nel canto), e da un sensazionale Hugh Grant, gigione e toccante al tempo stesso, il film di Stephen Frears sfrutta una storia vera per raccontare l’amore purissimo e autentico tra due perdenti di classe che non sanno (o non vogliono ammettere) di esserlo, e formulare un discorso sulla mediocrità come valore se riesce a far del bene, attraverso un ritratto di donna sincero e appassionante, sola (o quasi) in un mondo ostile di parassiti e ipocriti adulatori. Il risultato è un film raffinato, sobrio e leggero, molto divertente, messo in scena con delicatezza, humour, umanità e senza alcuna retorica di sorta, valido soprattutto per la splendida performance dei due meravigliosi protagonisti e per la ricostruzione storica di una scintillante New York.
VOTO: 3/5