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Il caso editoriale di Paula Hawkins: “La ragazza del treno” da oltre sei mesi in vetta alle classifiche

P. Hawking, La ragazza del treno (Milano, Piemme, 2015, pp. 306, € 19,50)

P. Hawking, La ragazza del treno (Milano, Piemme, 2015, pp. 306, € 19,50)

di Marco Passero

The Girl on the Train, vero romanzo d’esordio della scrittrice britannica Paula Hawkins dopo alcuni scritti pubblicati con uno pseudonimo, è arrivato in Italia lo scorso 23 giugno, edito da Piemme. Da allora, La ragazza del treno è stabilmente in cima alle classifiche dei libri più venduti nel nostro paese, addirittura ancora al primo posto per quanto concerne la narrativa straniera.

La storia è molto avvincente, con il romanzo che, pagina dopo pagina, diventa un thriller inaspettato e dal ritmo serrato: Rachel è una giovane donna sulla trentina, vive a Londra e ha seri problemi di alcolismo. Il suo matrimonio è finito, il marito Tom si è subito risposato ed è da poco padre. Ciò la rende depressa e assolutamente incapace di gestire la propria vita e qualsiasi tipo di relazione. Pur di non confessare alla propria coinquilina di essere stata licenziata, Rachel finge quotidianamente di andare a lavoro salendo puntualmente sul treno delle 08:04 che da Ashbury la porta a Londra: è il momento della giornata che la protagonista preferisce, avendo la possibilità di essere spettatrice inosservata della routine degli altri passeggeri, fantasticando sulle loro vite, e di dar sfogo alla sua immaginazione a partire da piccoli e rapidi spunti che coglie guardando fuori dal finestrino. Giorno dopo giorno l’attenzione si focalizza su una coppia che ogni mattina fa colazione nel giardino di una villetta perfetta visibile dai vetri del convoglio. Si tratta ovviamente di una coppia di sconosciuti osservati mentre, per qualche istante, il treno si ferma al semaforo, tuttavia Rachel idealizza il loro rapporto, immagina la vita perfetta dei due giovani (per lei Jess e Jason). Ma un giorno arriva un cambiamento inatteso: Rachel vede qualcosa di diverso dal solito, qualcosa di inaspettato che la turba profondamente, alterando la sua perfetta costruzione mentale. Il giorno dopo, inoltre, Jess (che si chiama in realtà Megan) scompare nel nulla senza lasciare traccia. Incuriosita, delusa dell’atteggiamento delle autorità e coinvolta personalmente per una serie di circostanze, Rachel inizia a indagare per conto suo, giungendo a una verità sconcertante.

Paula Hawkins racconta le vicende in modo sublime scegliendo, con una mossa azzeccata che probabilmente si è rivelata l’arma vincente, lo stile del diario. Il perfetto alternarsi di voci femminili (Rachel, Anna, attuale moglie dell’ex marito della protagonista, e la stessa Megan) creare un vortice di narrazioni, versioni dei fatti e punti di vista differenti che intrappolano il lettore dalla prima all’ultima pagina. La bugia, in questo thriller psicologico dalle sfumature di giallo estremo, è un elemento centrale: Rachel, Anna e Megan mentono continuamente, chi a causa delle amnesie dovute all’alcol, chi per i problemi di una routine che non è così perfetta come potrebbe sembrare a un passeggero da un treno in transito, ma soprattutto mentono a loro stesse e al lettore. Il maestro dell’horror Stephen King ha definito questo libro una “lettura compulsiva” che lo ha “tenuto sveglio per tutta la notte”.

Milioni di copie vendute in 41 paesi, e addirittura uno spot televisivo, molto raro nel settore dell’editoria. La DreamWorks ha acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica con la regia di Tate Taylor (The Help, 2011), Emily Blunt nel ruolo della protagonista Rachel e, secondo l’Hollywood Reporter, Chris Evans e il premio Oscar Jared Leto nel cast. Il treno di Paula Hawkins non arresta la sua corsa.