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Federico II, una circolare vieta i pantaloncini a Scienze Politiche. Link Napoli: “Altri i problemi reali”

Il Chiostro di San Marcellino

Il Chiostro di San Marcellino

di Mattia Papa

Nel Dipartimento di Scienze Politiche della Federico II è stata affissa una circolare in tutte le bacheche della struttura, in cui si vieta di entrare presso le sedi dell’università in tenute da considerarsi troppo ‘estive’. È infatti vietato frequentare i luoghi universitari adiacenti al Chiostro di San Marcellino con bermuda, pantaloncini, e qualunque altra forma di vestiario comporti un’eccessiva ‘nudità’ dello studente.
È quanto deciso dal Direttore del Dipartimento dopo diverse tensioni negli ultimi tempi. Da quanto dichiarano alcuni studenti, infatti, il Direttore si sarebbe deciso nel pubblicare la circolare dopo essersi trovato uno studente in sede d’esame vestito “con una canottiera, dei bermuda corti e le infradito”, dichiara uno dei ragazzi intervistati. Inoltre, diversi sono stati gli atti vandalici all’interno dalla struttura, culminanti con dei ragazzi che hanno immerso i loro piedi nella fontana del Chiostro.

Eccessiva la reazione del Direttore che, senza consultare gli studenti attraverso i loro rappresentanti, impone un regolamento che non di certo non presenta forti criticità. “È vergognoso che si impongano veti in merito alla libertà degli studenti – dichiara il coordinamento universitario Link Napoli – e che si risolvano problemi di mancanza di rispetto verso i docenti e il luoghi universitari con il solito atteggiamento denigratorio e pronto a risolvere problemi anche banali con atteggiamenti tipicamente repressivi”.

Gli studenti di Link Napoli inoltre sottolineano che, se “sicuramente maggiore buon senso potrebbe guidare gli studenti sia per il rispetto degli spazi universitari sia in sede d’esame, questo non implica il divieto” soprattutto se il provvedimento “non è stato valutato dalla parte studentesca afferente al Consiglio del Dipartimento di Scienze Politiche (il che ci sembra l’ennesima dimostrazione d’indifferenza nei confronti della democrazia interna all’ateneo fridericiano), ma soprattutto nega l’accesso con taluni capi d’abbigliamento presso un luogo pubblico, dove il decoro non è certo ascrivibile ad un regolamento che altrettanto non può essere imposto, poiché limiterebbe e limita la libertà delle soggettività che attraverso i luoghi di un’Università che è Pubblica, nonostante ce ne si dimentichi”.

Sono infatti altri i problemi della componente studentesca in tutto l’Ateneo che il coordinamento universitario mette in risalto: “Crediamo infatti che il Direttore del Dipartimento – concludono gli studenti di Link Napoli – potrebbe con altrettanta caparbietà insistere nei luoghi più opportuni per reali cambiamenti all’interno del Dipartimento e dell’ateneo, come sulle aule studio, sulle mense, e soprattutto per un maggiore interessamento della Federico II sulla condizione del Diritto allo Studio nella nostra regione. Pertanto, crediamo che sia vergognoso che il Direttore di uno dei dipartimenti dell’Università più grande del Mezzogiorno, abbia così a cuor leggero divulgato una circolare denigratoria e marginale ai fini di un reale cambiamento dell’Ateneo e in primis del Dipartimento stesso”.

Il problema potrà e dovrà essere riaffrontato negli organi di discussione istituzionale competenti, probabilmente facendo rientrare la circolare. È infatti una reazione eccessiva ad un problema che troverebbe soluzione con una maggiore cultura degli spazi universitari, aprendo l’Università in tutte le sue forme lasciando partecipare gli studenti, tutti, senza veti: trasformando l’Università in poli culturali vivi e pulsanti. Non luoghi in cui si discrimina secondo il capo d’abbigliamento. È formalmente sbagliato. E anche sgradevole agli occhi del buon senso. Come se i problemi si risolvessero con le imposizioni, invece che con il lavoro di anni di mutamento sociale. Un po’ come l’ultimo ventennio, a cui non si può riparare con una banale circolare.