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Campania, De Luca rilancia sul diritto allo studio. La Rete della Conoscenza: “Finanziamenti pubblici riabiliteranno il diritto allo studio”

vincenzo_de_luca_regionedi Mattia Papa

Il 31 maggio si terranno le elezioni per la presidenza della regione Campania. Dopo incredibili giri di parole, gossip da primarie, schizofrenici cambi di candidati determinando così stravolgimenti della linea politica all’interno dello stesso partito (la psicosi del Pd paradossalmente non è ancora arrivata ad un punto di contraddizione definitiva, evidentemente), la rosa dei candidati sembra essere definitiva. Secondo il sondaggio condotto da scenari politici.com, il centrosinistra dello “sceriffo” di Salerno Vincenzo De Luca sembra essere il favorito con il 41%, seguito – 7 punti indietro, al 34% – dal governatore uscente Stefano Caldoro. Terza forza politica, con il 18% di preferenze, il M5S con Valeria Ciarambino candidata. Seguono il 5,5% per Salvatore Vozza, nome si SEL e RC, e l’1,5% per Angelo Ferrillo della lista “Mai più terra dei fuochi”. Tutto questo nell’inquietante 50% di affluenza stimata alle urne.
La rete ormai trabocca di commenti, di interpretazioni e di dichiarazioni che intessono le fila del futuro per la poltrona di Santa Lucia, ancora precario nel suo definirsi, soprattutto sulle tematiche più urgenti: la sanità, l’ambiente, l’istruzione, la mobilità. Pochi i contenuti, molti gli slogan per accaparrarsi il maggior numero di preferenze.
Sfruttando l’inevitabile silenzio dei candidati – chi perché ancora in costruzione di una precisa riflessione in merito, chi perché proprio non può aprir bocca sul tema – De Luca rilancia sul diritto allo studio, uno dei maggiori punti contestati al governatore Caldoro in questi anni. Durante la sua conferenza stampa di ieri all’hotel Royal Continental, il candidato del centrosinistra ha infatti avanzato una serie di proposte sulla delicata faccenda, partendo dallo stanziamento di 50 milioni da suddividere tra il trasporto pubblico (40 per gli abbonamenti degli studenti che non superino i €35.000 di reddito, e 5 per il dimezzamento dell’abbonamento annuale per i docenti delle scuole primarie e secondarie) e i prestiti d’onore per gli studenti disagiati (€10.000 per ogni avente diritto). Per quest’ultimi De Luca prevede di stanziare 2,5 milioni. Non è di certo chiaro a cosa serviranno gli altri 2,5 milioni rimanenti dal conto complessivo, soprattutto se l’attenzione si concentra sì su un punto determinante quale il trasporto pubblico (e si è parlato solo di sconti, non di un miglioramento dei servizi) e non si preoccupa invece delle borse di studio, il vero problema che continua ad imporre agli studenti l’abbandono (o il non iscriversi affatto) dell’università.
de-luca-caldoro-elezioni-regionali-campania-2015Certo, fare meglio dell’uscente amministrazione non sarebbe difficile, considerando che da anni meno della metà degli studenti riceve la borsa di studio, nonostante più del 70% dei richiedenti sia idoneo al ricevimento della borsa, ma non beneficiario. Infatti, sotto la “categoria” (così come la definiscono gli studenti di Link Napoli nella loro piattaforma per il Diritto allo Studio) dell’idoneo non beneficiario, rientrano la maggior parte degli studenti che fanno richiesta, con selezioni che integrano merito e reddito in una escludente miscela di reale egualitarismo sociale. Vincenzo De Luca è stato difatti molto vago sul tema sia del merito che dei debiti regionali verso le A.Di.S.U. campane, nonostante gli studenti della Rete della Conoscenza abbiano sensibilizzato la discussione in merito, dopo l’intervento del candidato.
Gli studenti chiedevano chiarimenti anche sul finanziamento della legge regionale per il diritto allo studio, da anni non finanziata con un €0 in bilancio regionale. Lo “sceriffo” di Salerno ha risposto garantendo il suo assoluto interesse nel rialzare la condizione dell’istruzione nella Regione, ma non dando risposte nette né soluzioni ragionate sul tema che però sembra invece essere il maggiormente rilevante per gli studenti campani. “Fino al 9 febbraio – scrivono gli studenti di Link Napoli in una nota – il totale dei debiti della regione Campania ammontava alla cifra di €41.902.523,03, che sommati ai €6.146.154,70 che devono essere ancora erogati all’A.Di.S.U. l’Orientale, costituiscono la raccapricciante cifra di €48.048.677.73”. Il che dà il destro all’appunto che, in una nota insieme all’Unione degli Studenti Campania firmandosi come Rete della Conoscenza, sottolinea la necessità di finanziamenti pubblici e non di prestiti d’onore per riabilitare il diritto allo studio in Campania. Scrivono: “Da dieci anni la Regione investe €0 in bilancio per il Diritto allo Studio, non è possibile pensare ora che con il prestito d’onore si garantisca la formazione a tutti gli studenti. È solo con un piano di finanziamento pubblico, che guardi anche alla rottura del Patto di Stabilità, che è possibile garantire criteri di equità e uguaglianza sociale. Crediamo pertanto che – dicono nella nota – tale impegno vada assunto come prioritario e rivendichiamo la convocazione immediata della Conferenza regionale, prevista dalla legge stessa, affinché sia possibile ottenere un quadro preciso della situazione in Regione. Dalle condizioni precarie dell’edilizia scolastica, al comodato d’uso dei libri, crediamo che sia necessario che si aprano spazi di confronto in cui noi, studentesse e studenti medi e universitari, possiamo portare le nostre proposte”.
Dopo il disinteresse degli ultimi anni della giunta Caldoro sul Diritto allo Studio, qualunque proposta sembra essere oro colato. Ma realmente si interessa all’esigenze degli studenti chi inevitabilmente riempie l’assordante silenzio sull’argomento, ma non si focalizza – almeno fino a questo momento – sui veri problemi che toccano gli studenti? Si cerca forse di sfruttare il fattore mediatico e l’handicap – chi per un motivo, chi per un altro – dei candidati delle altre liste sull’argomento? Fino alla fine di maggio c’è tempo per nuovi dibattiti e discussioni. Ammesso che ce ne sia la volontà e il reale interesse ad occuparsi finalmente dei problemi, più che degli slogan e dei rapporti di potere.