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Nasce il teatro Nest a San Giovanni a Teduccio: la cultura che parte dalla periferia

logocolordi Mattia Papa

Parte la prima stagione teatrale del ‘Nest – Napoli est teatro’, il progetto socio-culturale che sboccia nel pieno di San Giovanni a Teduccio, quartiere ‘difficile’ della città di Napoli. Dopo mesi di duro lavoro per trasformare una vecchia palestra dismessa in una sala teatro, sala posa e spazio espositivo, una location per laboratori, eventi culturali, workshop e mostre, stasera alle ore 21 (e in replica domani alle ore 18) la prima stagione del teatro inizia con “FIGLIDIUNBRUTTODIO”, di e con Paolo Mazzarelli e Lino Musella.

Il posto, ora trasformato in teatro, era la palestra scolastica dell’ex scuola Giotto/Monti, tolta ai ragazzi del quartiere e lasciata a se stessa negli anni, divenuta così inagibile, fino all’intervento dei teatranti che ora tentano di riqualificarla. Il Nest, infatti, nasce dalla collaborazione dell’omonimo collettivo artistico con “Gioco, immagine e parole”, un’associazione che dal 1995 si spende nel sociale per aiutare i giovani che vivono i disagi della propria città sulla propria pelle, e che spesso non riescono a trovare una prospettiva di vita che guardi oltre la miseria che li circonda. In uno di quei quartieri che maggiormente sono schiacciati dal peso del degrado sociale e culturale, il teatro Nest lancia la propria proposta di solidarietà e di aiuto.

“L’obiettivo – dice l’attrice Martina Romanello, membro del gruppo “a’ menest(t)a” nato in seno all’associazione, composto da giovani tra i 18 e i 25 anni, e che ad oggi si stanno occupando dell’organizzazione del teatro – è quello di trasformare lo spazio in un contenitore che produce e distribuisce arte, quindi una casa per i giovani che vogliono mettersi alla prova o che vogliono semplicemente fruire del buon teatro, di buona musica, anche in periferia”.

Sono infatti riservati, fin da subito, 4 ingressi per ogni spettacolo da offrire gratuitamente ai ragazzi del quartiere dai 13 ai 18 anni, “i quali spesso come abbiamo avuto modo di renderci conto nei tanti anni di attività in questa periferia, a teatro non ci sono mai stati”. Inoltre, “riprendendo una delle più belle tradizioni della nostra città – si legge nella nota di presentazione della prima stagione “A Napoli il teatro si fa ONest” – abbiamo deciso di lanciare ‘l’abbonamento sospeso’: chiediamo alle istituzioni e a chiunque voglia appoggiarci in questa idea, di acquistare biglietti e abbonamenti in modo da permetterci di offrirli a chi voglia assistere alla stagione ma non ne ha la possibilità economica. Siamo convinti che la cultura sia lo strumento più efficace di contrasto all’illegalità, per questo gli abbonamenti hanno la forma di una pistola che sarà letteralmente smontata, quando, spettacolo dopo spettacolo, ne verrà tagliato via un pezzo, fino a lasciare spazio solo allo slogan ‘l’unica arma è la cultura’”.

“Le prospettive future – dice Martina Romanello – sono quelle di organizzare laboratori e corsi di formazione per trasferire quelle competenze necessarie ad attivare tutta una serie di servizi che permetteranno di trasformare veramente lo spazio in un centro di promozione e produzione di arte e cultura. Nel frattempo stiamo lavorando, oltre alla rassegna, a presentazioni di libri, concorsi di pittura, ecc. Il nostro obiettivo è stato quello di creare uno spazio fisico, materiale che fosse tangibile, e non solo per eventi sporadici”.

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