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Festival di Sanremo 2015: la seconda serata tra Nuove Proposte, Campioni in gara e omaggi. Ma Conti è senza magia

010305298-bdf8cad3-14dc-4511-9e12-2687d8f7bc2bdi Brando Improta

La seconda serata di questa edizione 2015 del Festival di Sanremo è stata migliore della prima, eppure tutti i difetti riscontrati nella gestazione Carlo Conti ieri sera si sono ripresentati. Mancanza di vere emozioni, gara poco coinvolgente, testi delle canzoni troppo incentrati sulle parole amore e cuore e poco originali, vallette abominevoli.

Conti ha iniziato la serata ringraziando per gli ascolti della prima: oltre 11 milioni e mezzo di telespettatori e il 49,34 % di share. Si è riusciti così nell’impresa di risollevare il gradimento dopo l’infausta edizione 2014, ma Conti ha voluto strafare parlando anche di record assoluto. Chiariamo subito questo punto, gli ascolti sono stati buoni ma comunque più bassi rispetto ad altre edizioni. Senza voler andare troppo indietro nel tempo notiamo come la prima serata del festival aveva raccolto ben 13 milioni di spettatori nel 2013, 12 milioni e 700mila nell’edizione 2012 e 12 milioni in quella del 2011 targate Gianni Morandi. Nulla di eclatante quindi nei comunque ottimi numeri dell’esordio di Conti all’Ariston.

I Kutzo, in gara tra le Nuove Proposte

I Kutzo, in gara tra le Nuove Proposte

Evitata la terribile anteprima, si è partiti subito con i primi quattro giovani in gara. Questa è stata probabilmente l’idea più meritevole dell’intera edizione, per una volta i cantanti esordienti non sono costretti ad esibirsi a notte fonda, ma bensì in apertura, così che il pubblico sia disposto al meglio per poter recepire i loro pezzi. Due sfide dirette con eliminazione, due cantanti son passati alla semifinale di venerdì, due sono stati eliminati. Nella prima sfida si sono scontrati i Kutzo e il 17enne Kaligola. Sono passati i primi con il brano “Elisa”, decisamente molto più originale e fresca del rap timido e per nulla coinvolgente del loro avversario. “Oltre il giardino”, pezzo di Kaligola, poteva anche essere buono, ma al giovane manca proprio la presenza e la maturità per essere su quel palco. È toccato quindi agli altri due sfidanti: Enrico Nigiotti, ex Amici, con “Qualcosa da decidere” e Chanty, dell’accademia Sanremo, con “Ritornerai”. Due canzoni mediocri e banali, ma due interpretazioni opposte: Nigiotti è il classico ragazzo urlatore che fa finta di suonare la chitarra mentre sbraita il suo amore alla ragazza di turno, Chanty ha una bellissima voce e una certa presenza, purtroppo sprecati in un brano non troppo convincente. Passa l’orrido Nigiotti e da subito si insinua lo spettro di una vittoria che potrebbe arrivargli da un pubblico di teenager.

Conti e Nina Zilli

Carlo Conti e Nina Zilli, in gara con “Sola”

Tocca quindi ai Campioni. Bisogna dire che le canzoni di questa tornata sono state leggermente migliori, pur in alcuni casi dimostrando la stessa pochezza di idee e banalità nei testi. Sicuramente la migliore è stata Nina Zilli, che con la sua splendida voce ha interpretato il brano “Sola” dalle piacevoli sonorità blues, portando nella gara finalmente un po’ di vera musica. Seguono, distaccati, Marco Masini con “Che giorno è” e Irene Grandi con “Un vento senza nome”, brani gradevoli seppure non eccezionali, riscattati dall’esperienza dei due interpreti che sanno come riempire un palco con il loro carisma. Subito dietro ci sono Raf (invecchiato da far paura) con “Come una favola” e Il Volo con “Grande amore”: il primo rimane fedele al suo stile melodico-pop, che piacerà ai fan, sebbene la canzone manchi di svolte e di vere impennate; i secondi puntano tutto sulla potenza delle loro voci tenorili che, insieme ad un arrangiamento possente che ricorda il Claudio Villa dei bei tempi, accontenterà il pubblico più classicista. In un limbo, tra il meglio ed il peggio, si trova la solita Anna Tatangelo con “Libera”, brano per fortuna di gran lunga migliore della sua Muchacha troppo sexy, ma dozzinale e uguale a mille altri già sentiti sia in questo festival che in tutti quelli precedenti. E così si arriva al peggio. E il peggio di questa sera è davvero peggio di qualsiasi cosa possa umanamente essere pensata ed è qui rappresentato da, nell’ordine di apparizione: Lorenzo Fragola con “Siamo uguali”, Mandelli/Biggio alias I Soliti Idioti con “Vita d’inferno”, Bianca Atzei con “Il solo al mondo” e Moreno con “Oggi ti parlo così”.
Se la coppia composta da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio non si è smentita con una esibizione ai limiti del comico che ci ricorda quante braccia siano state rubate all’agricoltura (e che dovrebbe far capire loro che non sono i nuovi Cochi e Renato), Fragola è riuscito a far peggio. Con una canzonetta dimenticabile, il vincitore di X-Factor è riuscito a dimenticarsi le parole pasticciando la già non esaltante esibizione. Bianca Atzei, invece, sconosciuta al 90% degli italiani (anche Wikipedia ignora chi sia) ha presentato una lagnosissima canzone d’amore che potrebbe essere riciclata come sigla di una soap opera brasiliana. Moreno, infine, è assolutamente inutile e insignificante come la sua canzone: un degno amico di Maria De Filippi.

Conti con l'ospite Biagio Antonacci

Conti con l’ospite Biagio Antonacci

Se in qualche modo la gara canora è riuscita a barcamenarsi tra alti e bassi, sempre dignitosi son stati gli ospiti musicali. A partire da un Biagio Antonacci ispirato e carichissimo, che ha regalato un medley dai motivi ben variegati e persino ballato con un tango con l’altrimenti invisibile Rocio Morales. A margine della sua ospitata, Antonacci ha anche dedicato un commovente omaggio a Pino Daniele, cantando (con voce roca e in punta di piedi) la sua “Quando”. Omaggio sentito e sincero, davvero apprezzabile. Al contrario del ridicolo tributo offerto a Mango poco dopo, quando sempre Rocio ha ballato sulle note di “Lei verrà” insieme a Fabrizio Mainini. Balletto che sa più di riempitivo che di vero omaggio.
Interessanti anche gli ospiti musicali stranieri ovvero: Conchita Wurst che si è esibita in una performance impeccabile, pur essendo molestata da orribili domande di Conti sulla sua barba; Marlon Roudette, uno dei cantanti di fresco successo più interessanti a livello internazionale, che purtroppo è stato relegato al margine della serata come già accaduto con gli Imagine Dragons.
Apprezzabile anche l’ospitata di Pino Donaggio, in occasione degli 80 milioni di copie venduti in cinquant’anni dalla sua “Io che non vivo”. Un signore della musica italiana giustamente celebrato, ma poco ricordato però per la sua incredibile attività di compositore per il cinema, che lo ha visto collaborare anche a pellicole importanti come “Carrie – Lo sguardo di Satana” e “Blow Out” di Brian De Palma, “Piranha” e “L’ululato” di Joe Dante e “Non ci resta che piangere” di Massimo Troisi e Roberto Benigni.

Pino Donaggio ospite celebrato

Pino Donaggio celebrato all’Ariston

Come già nella prima serata, tutt’altra musica quando gli ospiti non devono cantare. A cominciare dalla (probabilmente strapagata) Charlize Theron, impegolata in un’intervista noiosa e per nulla interessante, con domande prevedibile e che non si discostano da altri brutti precedenti come l’ospitata di Sharon Stone con Pippo Baudo. A che serve avere un’attrice premio Oscar se non le fai fare nulla? Davvero troppo poco vederla seduta su una sedia a dire che l’Italia è la sua terza patria o quali siano le sua canzoni preferite. Ci si è consolati con la sua bellezza ed eleganza, ma si poteva architettare sicuramente qualcosa in più. Peggio si è andati poi con Pintus, il supercomico della serata. Se Siani era stato discutibile ma a tratti comunque divertente, Pintus si è dimostrato completamente incapace di gestire uno spazio importante come quello sanremese. Battute scialbe, timidi accenni di satira politica e sportiva, qualche moralismo finale nel tentativo di emozionare. Conti rideva, il pubblico molto meno.
Fallita anche l’idea “Tutti cantano Sanremo” che, dopo il tremendo momento trash della famiglia Anania, si è ripresentato sotto forma del cuoco Joe Bastianich, il ciclista Vincenzo Nibali e Javier Zanetti. Momenti di transizione che non hanno alcun sapore se non quello di passaggi utili solo a far passare il tempo tra una canzone e l’altra.
Molto meglio il breve sipario comico dei Boiler che, con le loro finte domande giornalistiche, hanno strappato qualche sorriso sia nella prima serata che in questa seconda. Anche Luca Argentero e Claudio Amendola, presenti per pubblicizzare il loro nuovo film, sono riusciti nel poco tempo a loro disposizione a fare una simpatica parodia dei famosi tentativi di suicidio delle edizioni 1995 e 2014.

La serata si è conclusa quindi con la classifica parziale dei dieci Campioni ascoltati. I sei già salvi sono: Nina Zilli, Il Volo, Marco Masini, Raf, Irene Grandi e Lorenzo Fragola. A rischio eliminazione: Bianca Atzei, Moreno, Biggio e Mandelli, Anna Tatangelo. Tutto prevedibile e accettabile (forse Fragola andrebbe aggiunto alla lista eliminabili). Tempi veloci, orario di fine abbordabile, ma gara e tensione ancora inesistenti, così come le vallette (con una Emma che ha avuto pure il coraggio di tirare frecciatine a chi l’accusata di essere cafona).
La speranza è che con l’approssimarsi delle eliminazioni, la magia si faccia più palpabile.