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Napoli, ITC Galiani vandalizzato simbolo delle periferie abbandonate

IMG-20141209-WA0000di Marco Di Domenico

“Solidarietà al Galiani”: questo lo slogan che è stato esposto dai napoletani residenti in via Don Bosco nella zona all’esterno dell’Itc Ferdinando Galiani, struttura che il 25 novembre scorso ha subito un danno di 200mila euro per atti di vandalismo.
Un’iniziativa del Coordinamento “III e IV Municipalità”, che da tempo aveva lanciato l’idea di una mobilitazione per mostrare la propria vicinanza alla scuola. Un gesto simbolico per contrastare criminali organizzati e non, che imperversano in una zona di periferia, mal congiunta al centro cittadino.
La vicenda del Galiani non è unica: nelle ultime settimane, si sono moltiplicati atti di vandalismo e veri e propri furti ai danni di scuole di tutti gli ordini e gradi. Obiettivi sensibili sono le apparecchiature tecnologiche, ma non mancano azioni di mero vandalismo. Gli inquirenti sono ancora alla ricerca di verità, e per ora le indagini sono contro ignoti. Se le scuole vengono attaccate significa che c’è un piano per creare tensione ed insicurezza in quei luoghi di socialità, oltre che di formazione.
In un panorama del genere, i residenti della zona non ci stanno e rilanciano la partita: il Coordinamento sostiene la proposta dell’ultimo Consiglio della III Municipalità (votata all’unanimità) di tenere un Consiglio municipale nelle sale del Galiani, così da riavvicinare le istituzione alle scuole in difficoltà. Ieri, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha fatto visita alla scuola, promettendo 100mila euro “già stanziati entro il 31 dicembre”.
Una parziale risposta da parte di istituzioni che generalmente mancano nelle zone limitrofe cittadine: la Doganella, l’area dove sorge il Galiani, è abbandonata a se stessa. Una grande arteria di passaggio, senza controlli o aree per fare aggregazione ed attività ricreative. Simbolo di una periferia sempre più relegata fuori dal centro. E’ qui che la criminalità, sia piccola che grande, può crescere e fare proselitismo. Ed è qui che occorre recuperare il tema delle periferie per non trasformare tutto ciò in una bomba ad orologeria.